La casa nuova è il primo EP di Salas, un giovane cantautore di Napoli che nelle sei tracce racconta una serie di storie di vita malinconiche e intime. Un esordio già maturo, che segue una strada consolidata di folk pop ma con una sua spiccata originalità. Ne abbiamo parlato con Antonio D’Angelo, il volto dietro al progetto Salas.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Non lo sono se sono felice, ho sprazzi di felicità probabilmente. Niccolò Fabi dice che è la felicità è un momento di distrazione. Per questo, forse, mi risulta difficile scrivere canzoni quando sono felice, sereno, allegro. La tristezza, invece, è per natura più ragionata, consapevole, perché ti costringe a starci dentro, a rimuginare, razionalizzare e farci amicizia. Per questo forse è più naturale scrivere canzoni malinconiche. Ma non so se sia proprio così, magari cambierò idea tra due giorni. In caso, ti faccio sapere!

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, LA CASA NUOVA, E PERCHÉ?
È un disco di canzoni malinconiche e nostalgiche, ma tutte arrivano alla consapevolezza di qualcosa, il cerchio si chiude sempre. La tristezza, quella vera, forse è quella che non si risolve e non si scioglie mai. E tra le sei canzoni, forse, quella che non chiude il cerchio, che non risolve e non scioglie la tristezza è Pigiama. È una canzone piccola. E nonostante la dolcezza della musica, c’è un testo che dice delle cose molto forti e a tratti cattive se vogliamo. Per di più, tra tutte, è quella che ha il testo più criptico, e se ci penso magari questa scelta può essere figlia di un sentimento irrisolto, di cui non è ancora possibile parlare facilmente e allora si scelgono apposta parole più difficili e concetti più duri.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Musicalmente, senza dubbio Limone. C’è un groove bellissimo. Oltre a Joe Nocerino, Luca de Matteis e Roberto Guardi che suonano in tutto il disco, in Limone hanno dato una spinta in più il contrabbasso di Marco Lembo e la tromba di Domenico Carmelo. Ma non fatevi ingannare dal sound, che anche qui c’è pochino da sorridere. Tornando a prima, se la tristezza è qualcosa di irrisolto, e il suo contrario invece è la risoluzione, la serenità più grande è certamente in Trasloco che sta al centro del disco.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Facendogli capire che per essere felici devono ascoltare i dischi di qualcun’altro. A parte gli scherzi, non so se la mia musica possa rendere felici. Quando scrivo ho voglia di andare a toccare delle corde particolari, di affondare le mani in zone che magari sono un po’ proibite o un po’ fanno paura. Però mi piace pensare che quello che ne viene fuori possa accompagnare, capire, empatizzare. Quando è uscita Pigiama, una ragazza mi ha scritto dicendo che era uno schiaffo che si sarebbe fatta ridare volentieri. E credo sia bellissima l’idea di una musica che colpisca, anche forte, ma solo perché ti riesce a comprendere a fondo.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Tutte le domande di questo tipo sono difficilissime. Soprattutto perché potrei cambiare idea tra un mese, ma questo potrebbe essere un buon motivo per rincontrarsi. Allora senza pensarci molto ti dico Vedrai, vedrai di Luigi Tenco, Quante volte di Claudio Baglioni e – cazzo non lo so, l’ultima è complicata – potrei dirti una canzone di Sufjan Stevens o Bon Iver, ma ti dico, sorprendentemente e non potrei esserne più certo, ‘O surdato ‘nnamurato, canzone sottovalutatissima, anche per la tendenza che si è avuta negli anni a farne una mezza tarantella e ad associarla alle vittorie del Napoli. Ma ascoltata bene è di una sofferenza atroce. Detto ciò, forza Napoli sempre!

Ecco La casa nuova:

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