Gli amori del superuomo è il nuovo EP di Richi Rossini, un progetto che parte dai suoi studi di psicologia raccontando dei possibili amori del “superuomo”, con rifermento a Nietzsche, che stanco ormai dei vecchi piaceri dell’uomo comune, dedica 3 inni, tutti con nome di donne: alla musica, al poliamore e alla lisergia/psicologia. Per saperne di più, abbiamo parlato direttamente con Richi.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Sì, diciamo che spesso i miei brani evocano emozioni simili alla tristezza, forse è più corretto parlare di malinconia, anche se spesso i testi lasciano intravedere una speranza. Un po’ come me, malinconico ma spesso orientato a qualcosa di positivo.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, GLI AMORI DEL SUPERUOMO, E PERCHÉ?
Lucia forse potrebbe evocare più tristezza delle altre canzoni perché è costruita su un giro di piano molto malinconico e il cantato è meno “squillante” rispetto alle altre due.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Cecilia credo sia la più felice, la più positiva, essendo una sorta di ringraziamento alla musica.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
L’obiettivo dei miei brani non è dare direttamente felicità, ma offrire punti di vista diversi. Ad esempio un brano (Mariagrazia) è dedicato al poliamore. Non è detto che generi felicità a prescindere, ma è sicuramente una speranza per chi non si riconosce in certi schemi.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Tonight Tonight degli Smashing Pumpkins, Coffee and TV dei Blur, Valvonauta dei Verdena.

Ecco Gli amori del superuomo:

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