Sogni in saldo è l’EP d’esordio di Cincilla, cioè il veneziano Pietro Milella: un giovane cantautore a cui piace giocare con la malinconia (ha anche pubblicato su Spotify una playlist a tema), e che quindi ha subito catturato il nostro interesse. Abbiamo quindi parlato con lui di Sogni in saldo.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Diciamo che mi diverto ad esorcizzare la tristezza con la musica. Alla fine tanti miei pezzi sono malinconici ma raramente sono negativi. Forse sì, pensandoci le canzoni che scrivo mi permettono di trasformare quel briciolo di tristezza che è normale avere in malinconia. La malinconia è un sentimento diverso, che trovo interessante e con il quale alla fine puoi anche scherzare nei testi. Puoi prenderti gioco di lei in un certo senso. È un meccanismo che in qualche modo mi rende anche felice, la musica in questo ha un ruolo fondamentale. Mi aiuta a non dare eccessiva importanza alle cose: penso che questa sia una delle chiavi per non essere una persona triste, se non proprio felice.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, SOGNI IN SALDO, E PERCHÉ?
Cliché. Parla della mia generazione, dei problemi che dobbiamo affrontare e di come abbiamo visto cadere parecchie certezze rispetto alle generazioni che ci hanno preceduto. Per noi la serenità è diventata un obbiettivo, prima, spesso, era una condizione. In Cliché parlo di questo malessere che al momento, soprattutto ora, pare sia diventato, lui sì, la nostra condizione.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Indipendente. Parla dell’essere artisti, del motivo, vero, che mi ha da sempre portato a scrivere. Tocco con mano però anche le mie paure, le insicurezze e di come spesso si viene etichettati a priori. Scrivendola non volevo raccontare tutto questo in chiave malinconica e allora è diventato tutt’altro. È un pezzo vivo, liberatorio, che parla dell’amore che provo per la musica, a prescindere da tutto il resto.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Sai, quando butti fuori un pezzo, la tua musica può essere letta in tanti modi. Quando scrivo un pezzo ho un’idea in testa, che però è filtrata dalla mia esperienza, dalle persone che frequento, dal quotidiano… penso che ciascuno ascoltando una canzone la filtri, anche inconsapevolmente. Detto questo, penso che molto di quello che scrivo sia legato dall’idea che non dobbiamo fermarci davanti agli schemi, alle consuetudini e ai, appunto, cliché. Ho sempre cercato di vivere senza mediazioni, facendo quello che sento giusto fare (che poi è il messaggio del mio primo singolo, Sakè). È una cosa che mi fa sentire libero, al netto delle difficoltà della vita e dei momenti tristi.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Talk Tonight degli Oasis, Sparks dei Coldplay e Lying In The Sun dei Stereophonics.

Ecco Sogni in saldo:

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