Non credo basterà è il nuovo EP di Umberto Ti, cantante veneto che in questo lavoro ha affiancato le abilità cantautoriali a sonorità anche più esotiche, con uso di strumenti come il bouzouki o le chitarre elettriche afro-funky, fino a fiati come sax, clarinetto e flauti. Abbiamo già presentato il singolo, sempre titolato Non credo basterà, ora abbiamo direttamente parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Molte persone dicono che vedendomi non si direbbe che scrivo canzoni così malinconiche, sono una persona che ama la vita e sopratutto ridere e scherzare, ma si sa dietro quest’apparenza si cela un animo malinconico, un po’ come succede a molti attori comici.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, NON CREDO BASTERÀ, E PERCHÉ?
La canzone più triste direi Figli, dove nel ritornello canto “questo paese è vecchio, maledetto”: è un verso che ho scritto molto tempo fa, ispirato da un paesino vicino a dove abito, di cui per ovvie ragioni non posso svelare il nome. Questo paese ha la fama di avere storie velate di tristezza. Da qui sono partito a scrivere questi versi per raccontare la storia di figli in balia di genitori che forse finiranno la loro relazione.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
La canzone secondo me che può apparire meno triste è Resina, l’ho scritta proprio immaginando una goccia di resina che usciva da un pino di un bosco. La montagna con i suoi boschi mi ha sempre affascinato, poi questa resina si trasforma in una relazione, in sentimenti che si intrecciano appunto come radici di un albero.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Spero che chi ascolti le mie canzoni possa ritrovarci dentro dei pezzi di vissuto simili, in cui riconoscersi, e in questo modo ritrovare un momento di felicità e conforto. Attraverso le relazioni umane, anche attraverso il dolore, possiamo arrivare a godere di certi valori e apprezzarne il vero senso.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Le tre canzoni più tristi che amo ascoltare sono Inverno di Fabrizio de André, Lontano lontano di Luigi Tenco e Angoscia metropolitana di Claudio Lolli.

Ecco Nottetempo:

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