È uscito Gravity, il quinto disco dei brianzoli Aim, un album che unisce malinconia e aggressività, con chitarre distorte che si avvicinano allo shoegaze e che allo stesso tempo fanno pensare ai loro vent’anni di carriera e li proiettano verso una serie di sperimentazioni che aprono le porte a un futuro ancora tutto da scoprire. Abbiamo parlato con loro per saperne di più.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Ci sentiamo Hypfi a manetta! Si, facciamo spesso musica melanconica ma in realtà siamo dei cazzari. Ci piace trovarci in sala prove e bere un sacco di Peroni e ogni tanto provare, ci piace andare in giro a fare tour e a conoscere gente nuova e ci piace parlare con persone come voi!

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, GRAVITY? E PERCHÉ?
La canzone più triste di Gravity è Love you, Red Irreverent! perché dura solo 2 minuti e 30.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
La canzone più felice di Gravity è No Regrets perché è una sveglia per noi persone imborghesite che non sanno più apprezzare tutto quello che hanno.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Non penso che la nostra musica possa rendere più felice chi la ascolta, e sinceramente spero che non lo faccia. La nostra musica può solo fare prendere più consapevolezza a chi la ascolta di essere anche lui un AIM, cioè in fondo in fondo un misfit, cioè un disadattato.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
La prima è ‘A storia mia di Nino D’Angelo, la seconda Che donna sei di Gigi D’Alessio e la terza Petali di Emma Marrone.

Ecco Gravity:

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ogni giorno, UNA CANZONE TRISTE. Perché non c’è niente di meglio che ascoltare qualcosa di triste, per provare a essere un po’ più felici.

E poi INTERVISTE, LIVE e PLAYLIST per una dose quotidiana di HypFi.