Il silenzio delle vergini è una band bergamasca, che sicuramente ha un nome molto HypFi. Con le loro canzoni introspettive e psichedeliche, sono difficilmente inquadrabili in un solo genere: li abbiamo incontrati in occasione dell’uscita del loro terzo album, Fiori recisi, per saperne di più.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Forse non esiste nella realtà uno stato di tristezza o felicità assoluta: le emozioni sono in continua evoluzione e mutamento. La musica è sicuramente un’espressione che appartiene ai nostri stati d’animo ed è l’esternazione di una copia di quello che è dentro ognuno di noi.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, FIORI RECISI, E PERCHÉ?
La canzone più triste forse è Cenere per il tema che va a toccare. È anche l’unica a non essere prettamente strumentale ma recitata.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Forse per sonorità e per la dolcezza che trasmette, Cuore di farfalla.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Speriamo sempre di emozionare le persone con la nostra musica e speriamo che porti anche un po’ di felicità nei loro cuori.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Al primo posto direi assolutamente The Eternal dei Joy Division. Forse lo direbbero in tanti, ma è sicuramente la più triste che abbiamo mai ascoltato. The Drowning Man dei The Cure è forse la canzone più depressa di questo gruppo. Mütterlein di Nico: non abbiamo parole per queste canzoni.

Ecco Fiori recisi:

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