Mi sono giusto allontanato un attimo (parte prima) è il quinto album di Stefano Vergani, il cantautore brianzolo che da un paio di anni si è trasferito in un ranch in Sicilia. Proprio qui ha preso forma questo album, una “riflessione sull’uomo inserito nella società attuale, su come la società stessa cambia ed evolve rapidamente e quanto sia necessario staccare dalla frenesia e il caos che ci circonda”. Abbiamo parlato con Stefano per saperne di più.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONE FELICE?
Parto dal presupposto che non credo di fare musica triste, ammetto che c’è qualche capitolo di malinconia importante ma la tristezza credo sia una cosa seria, nel contempo sono una persona abbastanza felice, a momenti più a momenti meno ma tutto sommato rimango ottimista.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO NUOVO ALBUM, MI SONO GIUSTO ALLONTANATO UN ATTIMO (PARTE PRIMA)? E PERCHÉ?
Forse in questa prima parte del disco è In equilibrio, è una canzone che ho scritto nel momento in cui la mia vita è cambiata radicalmente causa scelte azzeccate e altre meno, pertanto mi sono ritrovato un tantino smarrito e la canzone parte da questa posizione e arriva ad approfondire il discorso in maniera più grande.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Direi per quanto si possa definire allegra, sicuramente Margot.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Penso che le mie canzoni abbiano una forza dentro di loro, certi testi se si toccano le corde giuste, possono sicuramente darti un poco di felicità, soprattuto in questo disco dove il linguaggio rimane quasi sempre molto diretto.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Direi Via Broletto di Sergio Endrigo, Lilly di Antonello Venditti e Angelita, ricordo il titolo ma non il gruppo che la cantava, una storia veramente triste (Angelita di Anzio dei Los Marcellos Ferial n.d.r.)

Ecco Mi sono giusto allontanato un attimo (parte prima):

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